Il “rooting”
è una tecnica artigianale non facile e che richiede tantissimo
tempo e una pazienza certosina. Si tratta di inserire nel vinile,
con un ago speciale, dei filamenti sottilissimi di mohair, una
lana ricavata dal vello di capre arabe “angora goat”
(angora che deriva da Ankara – Turchia - e goat che in
inglese significa capra).
Questa tecnica può essere eseguita in vari modi e il
risultato finale ovviamente sarà – volta per volta
- differente. Con gli aghi più grossi si possono inserire
delle grosse ciocche, tipo le normali bambole, ma c’è
la possibilità anche di realizzare delle testoline molto
realistiche usando un ago estremamente sottile, che consente
di inserire un capello alla volta, e questo metodo viene chiamato
“ultra micro-rooting”.
Io amo moltissimo questa tecnica raffinata, che consiste nell’inserire
uno-due capelli alla volta, anche se porta via ore e ore di
lavoro e stanca tanto gli occhi. Però, devo riconoscere
che il risultato finale mi appaga sempre e mi aiuta un po’
a dimenticare tutte quelle ore di lavoro e di pazienza infinita!
Oltre al “rooting” dei capelli, si possono inserire ad ago anche le ciglia su bambole “che dormono”. Recentemente, oltre ad eseguire il “rooting” delle ciglia su bambole con occhi chiusi, sto provando ad inserirle, un filo alla volta, anche su bambole con occhi aperti. Il risultato mi sembra buono e molto più realistico. Penso che andrò avanti con questa tecnica, perché mi piace ed anche perché – parere personale - il set di ciglia false fa troppo “effetto bambola”… anche sulle bambole.